Scrivere è terapeutico, vediamo perchè

Molti psicoterapeuti chiedono ai loro pazienti di scrivere, tra una seduta e quella

Scrivere è terapeutico

Scrivere è terapeutico

successiva, quello che passa loro per la testa, sensazioni, riflessioni, ricordi che possono emergere, flash improvvisi. Oppure anche disegnare se qualcuno lo fa volentieri.

Personalmente chiedo, fin dal primo incontro, di prendere un blocco note di dimensioni ridotte, tanto da poter essere tenuto in borsetta o in uno zainetto e di portarlo sempre con sé. Questo consente di scrivere in qualunque momento della giornata un appunto, un flash, una sensazione, per poterla poi approfondire in seduta. Sono poche le persone che  seguono subito il consiglio, molti invece “dimenticano” di acquistarlo, o “dimenticano” a casa ogni volta il quaderno, tanto che da anni addirittura lo regalo ai miei pazienti. Ne ho una pigna a fianco della mia scrivania, con le copertine di colori diversi e faccio scegliere quello del colore preferito.

Le persone che non mi conoscono, mi guardano stranite, mi rispondono “ma no…..lo posso comprare…” In realtà un buon 80% di pazienti non lo acquista, se lo dimentica, cerca scuse. La maggior parte di persone non scrive, fatica a scrivere, non ne ha mai avuta l’abitudine.

E invece è dimostrato – lo troviamo in testi di molti autori illustri del campo della psicoterapia – che scrivere è terapeutico. Penso  per esempio ad Assagioli e alla sua terapia esistenziale, la psicosintesi,  penso  alla psicoterapia cognitiva comportamentale che richiede consapevolezza dei propri pensieri, per rendersi comto che le emozioni ne sono una diretta conseguenza. Se scrivo il pensiero che mi balena in mente, mi rendo conto che , se lo cambio, invece dell’ansia, avrò una emozione diversa. 

Alcuni motivi importanti per tenere un blocco note con sè e usarlo:

  • Aiuta la riflessione, nonchè il recupero dei ricordi anche lontani o rimossi.
  • Facilita il recupero delle emozioni: sono molte le persone che non sanno dare nome alle emozioni che provano. Ma occorre toccare con mano affinchè se ne rendano conto. E scrivere obbliga a cercare le parole, a “sentire” come ci si sente.
  • Scrivere obbliga le persone a prendersi uno spazio, ogni giorno, anche di pochi minuti, soltanto per sè. Sono molto poche le persone, soprattutto le donne e le madri di famiglia, che si consentono di prendersi uno spazio tutto per sè (ricordate lo splendido racconto “Una stanza tutta per sè” di Viriginia Woolf?)
  • Scrivere è confrontarsi con se stessi , smettere di bleffare. Molti pazienti, quasi tutti, bleffano con se stessi e coi propri problemi. Scappano dal confronto con la realtà, si illudono e vedono una loro realtà immaginaria, con la quale difendono le proprie certezze, anche se proprio queste difese li fanno stare male e sono causa dei loro malesseri, ansie, angosce, paure.
  • Scrivere è stare soli con se stessi, ogni tanto. Una sana abitudine per non avere più paura dei “vuoti”, per smettere di fare gli iperattivi/e, di correre continuamente per non pensare, o di lavorare 16 ore al giorno fine settimana compresi, pur di non trovarsi col senso di vuoto.
  • Ed è per la paura di queste paure che la maggior parte di persone dimentica il quadernetto, o trova scuse come uno scolaretto per non averlo acquistato. Teme la pagina bianca come teme il proprio vuoto. Scrivere è cominciare a riempire quel vuoto e accorgersi che lo si può fare.
  • Perciò scrivere è terapeutico.

Paola Federici, 26 febbraio 2016

Sono graditi commenti e opinioni. Proprio qui sotto. 

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Una risposta a Scrivere è terapeutico, vediamo perchè

  1. Portale Bambini scrive:

    Suggestioni interessanti. Leggo con un po’ di ritardo, ma trovo tanta verità in quello che scrive.
    Io ne avevo parlato, in contesto educativo, a proposito dei bambini (http://www.portalebambini.it/scrivere-per-crescere-limportanza-di-dar-voce-a-se-stessi/). Stiamo perdendo l’abitudine a scrivere, che invece è uno strumento portentoso per il benessere psicologico e per una vita felice. Lieto di non essere l’unico a pensarlo.

    Un saluto,
    Matteo Princivalle
    editor in chief, Portale Bambini

    PS Avrebbe per caso dei riferimenti bibliografici riguardanti studi sui benefici della scrittura? Io non li ho trovati, ma mi farebbero comodo. Grazie

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