A Binasco la Psicoterapia cognitivo comportamentale, tecnica di soluzione a breve-medio termine

Pensieri si serenità e calma.

Pensieri di  calma infondono serenità

Psicoterapia cognitiva e comportamentale, facciamo chiarezza
Le tecniche di soluzione a breve termine dei problemi attuali, per tornare a sorridere in tempi accettabili

di Paola Federici  ( Psicologa psicoterapeuta a Binasco e a Milano)
Specialista in Psicoterapie autogene , Master in Ipnosi e tecniche cognitivo comportamentali

A chi si rivolge?

La terapia cognitivo comportamentale  è adatta a chiunque necessiti di una psicoterapia per problemi attuali legati all’ansia, all’insicurezza, al senso di inferiorità e inadeguatezza, ma anche alla depressione, a problemi di relazione sociale e nel lavoro, a paure immotivate che provocano fuga da situazioni e, a lungo andare, creano blocchi nei propri obiettivi di vita e insoddisfazione generalizzata.

L’ età e il sesso non sono determinanti , a parte la prima infanzia, se il bimbo  troppo piccolo per capire i messaggi del terapeuta. Infatti il termine stesso “cognitivo-comportamentale” indica quanto sia importante lavorare sul proprio cognitivo, quindi sui pensieri , che a loro volta hanno creato abitudini di comportamento errate per la salute psicofisica, al fine di poter modificare  le abitudini stesse.

A partire dalla preadolescenza quindi è un tipo di psicoterapia che può essere utilizzata e che ottiene risultati. Anche nella terza età, se la persona è motivata e si mette in gioco, aiuta a migliorare la qualità della vita.

La motivazione

E’ certamente utile che il paziente/cliente possieda una certa motivazione a lavorare su di sè per ottenere dei cambiamenti sia in alcuni dei propri comportamenti che, di conseguenza, in quelli delle persone del suo ambiente (familiare, amicale, lavorativo). Se l’utente aspetta risposte magiche o miracolose o pretende che tutto il lavoro venga fatto dal terapeuta, resterà sicuramente deluso da questo approccio.

Non a caso Albert Einstein diceva “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo sempre a fare le stesse cose.”

Per quali sintomi e patologie è indicata

Le maggiori applicazioni di questa tecnica  nascono  storicamente per la cura della depressione, dei disturbi d’ansia, delle varie forme di fobie e in parte dei disturbi ossessivi compulsivi. In seguito i nuovi strumenti terapeutici hanno permesso di affrontare efficacemente anche i disordini del comportamento alimentare come l’anoressia e la bulimia, i disturbi sessuali e i disturbi di personalità.

Strategie associate alle tecniche cognitivo-comportamentali

Oggi la Terapia cognitivo comportamentale viene associata da alcuni psicoterapeuti con gli esercizi di Training autogeno e altre tecniche di rilassamento, o anche con le tecniche ipnotiche, molto utili per mantenere un controllo del sistema nervoso vegetativo (SNV) che è parte in causa di tutti i sintomi ansiosi e psicosomatici. Infatti il SNV non dipende dalla volontà del soggetto, che razionalmente continua a dirsi che “NON VUOLE” che i sintomi accadano, ma più usa la volontà e il suo cervello razionale, più i sintomi aumentano. Quanti sofferenti di attacchi di panico e ansia si dicono “questa volta “non devo assolutamente agitarmi”, oppure “domani alla riunione coi colleghi voglio rimanere assolutamente tranquillo”.  Ma così pensando, tutta la sintomatologia, la tachicardia, la mancanza di respiro, il cuore in gola, il senso di estraniamento, il nodo allo stomaco, la paura e l’angoscia  si ripresenteranno.

 Il Sistema Nervoso Vegetativo, messo in allarme dalla paura dell’ansia e del panico, è la causa dei sintomi fisici
Questi sintomi sono causati da una tensione molto elevata del sistema nervoso vegetativo (SNV) che è stato messo in ALLARME dai pensieri del soggetto:  di paura, di inadeguatezza, di fare l’ennesima figuraccia… In realtà il SNV agisce per come è stato preposto a fare: mettere in allarme di fronte a un pericolo, proprio come per gli animali, quando ci troviamo di fronte a un pericolo improvviso, dobbiamo scegliere in una frazione di secondo cosa fare: se affrontare la situazione o se fuggire.

Anche se il pericolo è solo nei nostri pensieri, come accade per le paure immotivate, irrealistiche, di inadeguatezza, di non essere all’altezza di una situazione, ecc. il SNV scatta ugualmente e si attiva per metterci in allarme come se di fronte avessimo un animale feroce che ci vuole aggredire. Le reazioni del fisico sono quindi le stesse di quando ci si trova in pericolo, ma non fanno che aumentare la paura, l’angoscia di non farcela perchè il pericolo è immaginario e quindi più difficile da gestire. Ecco allora insorgere l’ansia e gli attacchi di panico, quando pensiamo che non c’è via di scampo!

Ed ecco come si possa intervenire con le tecniche cognitivo comportamentali (strategie per modificare i pensieri che scatenano l’ansia e l’attacco di panico).

 Il concetto è il seguente: se modifico i miei pensieri che sono la causa degli attacchi di panico, con nuovi pensieri che mi mantengono calmo, tranquillo e rilassato, starò bene e l’ansia sarà solo un ricordo.

Il Training Autogeno aiuta in questa fase di trasformazione dei pensieri, da quelli negativi di paura a quelli positivi, ottimistici e incoraggianti, perchè è un metodo per mantenere una calma sufficiente per pensare e agire apportando cambiamenti – anche piccoli inizialmente – nel proprio comportamento.

Il Training Autogeno utilizza la parte del cervello emozionale, non volontaria e per questo ottiene i risultati che razionalmente e volontariamente non si ottengono.

Per imparare il Training Autogeno è sconsigliato il fai da te

Meglio chiedere al terapeuta che avrete scelto o che state cercando, se è esperto anche di questa tecnica e affidarsi alla sua professionalità. Esistono decine di testi sul T.A. ma quando ci si trova a dover fronteggiare problemi seri e impellenti, dove il tempo è prezioso, è consigliabile un conduttore in gamba. L’esperienza che vi trasmetterà sarà di gran lunga migliore di tanti libri, perchè il TA è una tecnica che si impara “facendo” e gli errori del fai da te potrebbero far perdere la fiducia, per poi ritrovarsi da capo senza speranza.

La durata del percorso

Grazie alla centratura di queste tecniche sul problema attuale, quello che il paziente porta da risolvere, la durata e relativamente breve : si va dai 4 mesi agli 8-9 mesi circa, talvolta un anno. Ovviamente non è cosi automatico il processo nè prevedibile in assoluto la durata, che dipende da variabili quali: la gravità del problema, l’età e la cronicizzazione dei vecchi schemi di pensiero e comportamento, dalla reale motivazione alla modificazione, dall’impegno personale a casa e in studio, dalle resistenze al cambiamento spesso insite nell’ambiente familiare.

Accade abbastanza spesso che la famiglia – genitori, ma anche mariti o mogli –  cerchino più o meno inconsapevolmente, di ostacolare un paziente verso l’autonomia personale, a causa delle loro stesse paure, legate a quella dipendenza che lega a loro il figlio  (o la moglie o il marito) tanto da cercare di mantenerla a tutti i costi.

Per queste e altre ragioni, ogni caso va valutato in modo individuale. Per i minori quasi sempre occorre spiegare anche ai familiari come “non remare contro”: spesso i genitori non si accorgono, per esempio, di essere le concause delle paure e delle ansie dei figli, tanto che non aiutano affatto i ragazzi in terapia a sciogliere le paure, non li incoraggiano affiancando lo psicoterapeuta, ma, terrorizzati loro stessi di un cambiamento che porterebbe inevitabilmente il proprio figlio a crescere e diventare indipendente,  possono essere la causa dei suoi blocchi emotivi. Appunto, remano al contrario. In queste situazioni il percorso diventa non solo più lungo, ma anche più difficoltoso. 

Le sedute sono consigliate una volta la settimana, e andranno in seguito diradandosi  come frequenza, man mano che l’utente starà meglio e avrà ottenuto qualche risultato stabile, fino a terminare del tutto.

Gli psicofarmaci

Seguire una psicoterapia cognitivo comportamentale non significa rinunciare in assoluto agli psicofarmaci  in casi di reale necessità, ovviamente le prescrizioni andranno fatte da un medico, possibilmente uno psichiatra.
Per alcune persone può essere necessario ottenere una parziale riduzione dei sintomi mediante farmaci prima di impostare una psicoterapia, soprattutto nei casi più gravi il paziente potrebbe altrimenti non essere in grado di seguire un percorso psicoterapico. In questi casi la scelta migliore è quella di affiancare le due soluzioni: psicoterapia e farmaci. Quindi è auspicabile una buona collaborazione tra queste due figure in caso di pazienti che assumano farmaci e siano in psicoterapia.

I compiti a casa nella psicoterapia cognitivo-comportamentale

Nella psicoterapia cognitivo-comportamentale  il paziente ed il terapeuta seguono generalmente un piano di lavoro per ogni seduta. Tale piano può includere osservazioni, commenti e prescrizioni sull’esperienza relativa alla seduta precedente, sul lavoro da svolgere a casa nell’intervallo tra una seduta e la successiva. Lo scopo è quello di provare ed imparare a risolvere problemi, non semplicemente di lamentarsene e soprattutto a mettere in pratica ciò che si è appreso. Il nostro cervello è abituato a modelli di comportamento automatici appresi nell’arco di molti anni, l’obiettivo è di modificare questi modelli e gli automatismi che ne stanno alla base in tre modi:

1) prendendone atto e quindi diventarne consapevoli

2) assumendosi la responsabilità di tali comportamenti automatici negativi

3) provare a modificarli attraverso l’agire nella vita di tutti i giorni, più e più volte, al fine di sostituire i nuovi modelli di comportamento ai vecchi automatismi rivelatisi inutili e dannosi per la propria serenità ed equilibrio.

Presso questo Centro Psicologico, la dott.ssa Paola Federici integra la psicoterapia cognitivo comportamentale con la psicoterapia autogena, con esercizi di T.A. e a volte, se necessario e con l’assenso del paziente, con alcune sedute di ipnosi terapeutica.

Riceve a BINASCO, in via Binaschi 19 (Tel. 02.9055510 – cell. 339.4632424)

Dott.ssa Paola Federici

Dott.ssa Paola Federici

Milano, via Tolmezzo, 12/1 – (Metrop. verde fermata Udine) cell. 339.4632424

ORARI: dalle 9,30 alle 20 solo previo appuntamento. Si riceve anche in ora pausa pranzo.

Potete anche inviare una mail a: paolafedera@gmail.com

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